Il posto di blocco.
Imboccato il lungo corridoio scarsamente arredato della Casa dei Postali notavo con una certa ansia la mancanza di inquilini ancora nell’edificio, e mi mettevo a correre. Scese le scale e passando per l’atrio, salutai con un cenno l’uscere: avevo valutato se chiedere o meno l’orario dal suo orologio, ma probabilmente non volevo sapere nemmeno di quanto ero in ritardo. Meglio non sapere che preoccuparsi per un dato riguardo al quale non si può fare nulla, mi sono sempre detto. In ogni caso il colpo di vigore atletico andava scemando, e mi mettevo a camminare ora -seppur rapidamente- per le strade che costeggiano il canale di Fondo delle Poste. Lì mi accoglieva il posto di blocco dei Protettori, che sorvegliano l’area adibita a quartiere segregato per noi Discepoli. Non che sia un’area di interesse strategico, conosco per nome il caporale da quante volte l’ho visto. Il militare mi fece cenno di alt, e chiedeva meccanicamente:
-Documenti d'accesso e carta di circolazione?