Inutili procedure.
Lo Stanga non ricambiò il cenno, ma prese direttamente i documenti sfogliandoli.
-Tutto regolare immagino?
-Sto controllando.
Al che si prendeva tutto il plico e si ritirava dentro la garritta del posto di blocco, chino a controllare qualche timbro, immagino. Lasciato solo con i sottoposti, mi capitava di incrociare lo sguardo di uno di loro.
-Non troppa nebbia oggi, vedo.
Nessuna risposta. Minuti passavano senza cenni di novità dalla cabina.
-Caporale, sono passato di qui anche ieri e da settimane a questa parte.
Nulla.
-Stanga il cielo mi salvi, debbo andare al lavoro.
Solo allora vedevo il cappello a tesa larga e spillato con l’orbe crociata alzarsi dal tavolo, e molto lentamente il caporale alzarsi e camminare con agio da me.
-Com’è che mi ha chiamato? -Alzato un sopracciglio in fare interrogativo.
-Nulla, nulla, i documenti sono a posto?
-Quando sono in divisa, sono un caporale della Respublica, non un ortolano. Per lei devo essere “Si caporale”, “No caporale”, chiaro?
-Si, chiaro, posso riprendere i documenti?
Lo Stanga fece per un secondo finta di trattenerli, prima di ridarmeli definitivamente. Che spocchioso militare inutile, dalla mansione ridondante. Avrei fatto cenno della cosa la sera stessa, mi ripromettevo.
-Buona giornata- seccato.
-A lei.