Il Gioco

Cosa è Ruinae?

L’ambientazione in cui i popoli dell’Italia del 2200 si muovono ruota attorno al concetto di Rovina: grandi cataclismi e collassi, di vario genere, che hanno scosso il territorio nazionale e chi lì viveva. Da questi grandi sommovimenti sono nati nuovi ambienti, come la Laguna Padana, che si estende dal novarese a Venezia, oppure le terre della Bufera, lande ghiacciate che ricoprono l’area tra Reggio Emilia e Cesena. E, in questi territori, sono sorte nuove nazioni, società e popoli, ognuno dotato di lingua, usi e costumi e persino sistemi economici e livelli di sviluppo tecnico diversi. Grandi colossi industriali vivono fianco a fianco e interagiscono con società che stanno muovendo i primi passi nella loro nuova età del ferro. Le nuove società portano con sé nuove crisi, nuovi scontri, oppure tornano alla luce vecchie contraddizioni mai risolte della storia italiana.

Le rovine non hanno lasciato deserti sconfinati o un mare infinito, non ci sono lande radioattive a coprire tutta la penisola. Dall’altro lato, il futuro non è neppure stato la salvezza dell’uomo del passato. I grandi cataclismi sono stati registrati, razionalizzati e integrati nella vita di tutti i giorni, si sono trovate nuove quotidianità. Le crisi che ogni società in Ruinae sta attraversando suonano come eco del nostro passato, battaglie irrisolte del presente oppure speculazioni sul nostro futuro più prossimo.

Uno dei messaggi che scolpiscono con maggior forza il mondo di Ruinae è proprio questo: il futuro e il passato sono luoghi in cui agiscono attori umani del tutto simili a quelli del nostro presente. La ricostruzione dell’Italia nel 2200 è un progetto, per così dire, di speculazione storica, in cui si ipotizza come, dato un determinato ambiente, possa una società nascere e fiorire. E, data una tale società, quali possano essere le sue battaglie, aspirazioni e problematiche. Alla fine del tempo e della storia, tutte le contraddizioni e le crisi risolte o irrisolte di ogni epoca storica passata, presente e futura si ritrovano in un solo luogo. Il 2200 è il teatro imparziale di questo confronto, lo scontro finale in cui tutti i nodi vengono al pettine.

Il gioco opera con un sistema d20 classico, ma con importanti innovazioni rispetto agli di Ruinae, ovvero Pathfinder e D&D 5e, che lo rendono più dinamico e flessibile, ma anche rischioso. La differenziazione sociale, culturale e tecnologica, la varietà degli ambienti richiedono anche una certa modularità delle regole. Di fronte a una relativa semplicità delle regole di base, ogni modulo extra può essere aggiunto all’esperienza di gioco o rimosso a seconda delle esigenze, oppure adottato solo in parte, tramite un sistema di complessità a tre livelli. Ciascuna regola può infatti essere omessa, applicata con conseguenze minime o limitate al roleplay, oppure introdotta con meccaniche avanzate, per aumentare la sfida e l’immersione.

Punto fondamentale è che si ha a che fare con umani, che condividono con noi debolezze e fragilità, e che hanno alle proprie spalle una storia. La creazione del personaggio e l’assegnazione di caratteristiche e abilità sono esperienze dinamiche che invitano a costruire anno dopo anno la storia dell'uomo o della donna che il giocatore impersonerà, tramite guide e tabelle. In Ruinae, nessuno nasce per natura forte, intelligente, con capacità superiori o inferiori alla media: in che modo ci si è trasformati in ciò si è oggi? Le possibilità di sviluppo sono legate all’economia, al territorio e allo stadio tecnologico dell’Origine da cui il personaggio proviene. Essere persone normali significa anche rischiare la propria vita in guerra, oppure la possibilità di essere vittima di mutilazioni e traumi: la vita è una cosa seria ed estremamente fragile.

Nessun dio, o draghi, o magie sono in grado di fermare l’astuzia e l’abilità umane: con un pizzico di fortuna oppure una valanga di pianificazione, tutto è possibile. Chi si siede al tavolo è non solo un giocatore o un attore che interpreta un personaggio, ma anche co-autore del mondo in cui si trova immerso.

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Chi siamo?

Gli autori di Ruinae sono Guido Peroncini, Carlo Nadotti e Lorenzo Bellachioma (da destra a sinistra nella foto).

Guido è nato a Mantova nel 2000 e oggi studia Filosofia all’Università di Bologna: nel 2019 assieme ad alcuni suoi amici ha dato il via come GM alla prima campagna di Pathfinder con un setting futuristico ambientato nei territori in cui da sempre viveva. Nella terza campagna in assoluto, La Bufera, cominciata nel 2020 in piena pandemia, sono stati coinvolti anche Carlo e Lorenzo come giocatori. A livello di scrittura e game design, la stragrande maggioranza dei contributi è sua.

Carlo è nato ad Assisi nel 2001, ma ha sempre vissuto a Perugia: anche lui studia Filosofia all’Università di Bologna e lì conosce Guido. Viene introdotto al mondo dei giochi di ruolo con La Bufera e ne esce appassionato: inizia a contribuire sempre più spesso all’espansione e alla scrittura di Ruinae, e dà avvio all’opera grafica di impaginazione dei vari moduli già pronti per la pubblicazione.

Lorenzo è nato a Perugia nel 2000, e cresce lì, dove conosce Carlo. Si interessa al mondo dei giochi di ruolo fin da giovane ma ha le prime vere possibilità di giocare più consistentemente e frequentemente durante la pandemia, prima con Guido e Carlo giocando a La Bufera, per poi inserirsi anche in campagne di D&D separate. Si unisce molto volentieri alla scrittura di ciò che poi diventerà Ruinae, contribuendo anche al game design.

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