Una mattina da dimenticare.

Il dito sotto l’acqua fredda si leniva molto presto, e qualche colpo di straccio toglieva le macchie di caffè più visibili dalla maglia di cotone. Comunque da cambiare. Uno sbuffo, un respiro profondo e qualche minuto a fissarmi allo specchio sporco del bagno, e riprendevo le mie facoltà mentali. Nulla di grave, anzi, già che ero in bagno, tanto valeva darsi una sciacquata: faccia, capelli, qualche gargarismo. Valutai se lavarmi i denti, ma in ufficio raramente parlavo con altri a distanza ravvicinata. E poi, non avrei avuto neppure il tempo di mangiare quella mattina, a occhio e croce. Diciamo che mi “scordai” e andai a orinare piuttosto. Fatto ciò, era ormai chiaro che la mattina era una faccenda da dimenticare.

Fausto si è lavato e cambiato. Segna sul taccuino: Pulito.

Fausto si è dimenticato di pulire il disastro in cucina. Segna sul taccuino: Cucina sporca.